Agevolazioni Prima Casa 2018: conviene ancora acquistare la prima abitazione!
Bonus Prima Casa 2018: proseguono le agevolazioni fiscali previste per chi vorrà acquistare un immobile come prima abitazione.
Vediamo nel dettaglio come e quanto si risparmia e qual è invece la tassazione ordinaria, per chi non può usufruire del Bonus Prima Casa.
Bonus Prima Casa 2018: i requisiti per ottenere le agevolazioni
Per usufruire delle agevolazioni previste dal Bonus Prima Casa occorre innanzitutto che l’immobile sia accatastato in una categoria diversa da A/1 (Abitazioni di tipo signorile); A/8 (Abitazioni in villa) o A/9 (Castelli o Palazzi di eminente pregio artistico e storico).
Viceversa, il Bonus Casa può essere applicato anche a particolari categorie catastali, come C/2 (Magazzini e locali di deposito), C/6 (Rimesse e autorimesse) e C/7 (Tettoie chiuse o aperte), purché ci si limiti ad una sola pertinenza per categoria e ciascuna pertinenza sia destinata in modo durevole a servizio di un immobile acquistato beneficiando del medesimo Bonus.
A quanto sopra detto, occorre aggiungere che le agevolazioni del Bonus Prima Casa devono soddisfare anche i seguenti requisiti di ubicazione:
- l’immobile deve trovarsi nel territorio del Comune in cui l’acquirente ha la propria residenza;
- se residente in altro Comune, il contribuente deve, entro 18 mesi dall’acquisto, trasferire la residenza nel Comune dove è sito l’immobile. La dichiarazione di voler effettuare il cambio di residenza deve essere contenuta, a pena di decadenza, nell’atto di acquisto. Il cambio di residenza si considera avvenuto nella data in cui l’interessato presenta al Comune la dichiarazione di trasferimento.
Le agevolazioni sono applicabili anche quando l’immobile si trova:
- nel territorio del Comune in cui l’acquirente svolge la propria attività con o senza scopo di lucro;
- nel territorio del Comune in cui ha sede o esercita l’attività il datore di lavoro dell’acquirente, se questi si è dovuto trasferire all’estero per ragioni professionali;
- nell’intero territorio nazionale, purché l’immobile sia acquisito come “prima casa” sul territorio italiano, se l’acquirente è un cittadino italiano emigrato all’estero.
Ricordiamo inoltre che, almeno fino alla fine del 2017 salvo proroghe, l’acquisto dal costruttore di una casa con Classe Energetica A o B permetterà di detrarre il 50% dell’IVA dovuta, sia che l’immobile sia adibito a prima che a seconda abitazione. Ovviamente, l’Efficienza dell’Unità Immobiliare dovrà essere certificata da una regolare Certificazione Energetica APE, redatta da tecnico abilitato a seguito dell’ultimazione dei lavori. Tale norma, presente all’interno della Finanziaria 2016 ma non in quella 2017, era stata comunque estesa fino alla fine del corrente anno (2017, ndr) dal Decreto Milleproroghe 2017.
Bonus Prima Casa 2018: le agevolazioni per chi acquista un immobile come prima abitazione
Chi possiede i requisiti per usufruire del Bonus Prima Casa ottiene delle agevolazioni diverse se acquista da un privato o un’impresa, vediamo nel dettaglio quali sono le differenze.
Il venditore è un’impresa
In questo caso, anche se non è possibile “scampare” alla tassazione IVA, si riesce tuttavia a risparmiare, in quanto l’aliquota è solo del 4%.
Oltre all’IVA occorre pagare le seguenti imposte fisse, ciascuna di 200 euro:
- imposta di registro;
- imposta ipotecaria;
- imposta catastale.
Il venditore è un privato
Qui non si paga l’IVA e le sole tassazioni consistono in:
- imposta di registro pari al 2% dell’importo complessivo e mai inferiore a 1000 euro;
- imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
- imposta catastale fissa di 50 euro.
Occorre fare bene attenzione ad una cosa: la tassazione – sia se il venditore è un’impresa sia se è un privato – riguarda sempre e solo l’atto di compravendita immobiliare (o rogito notarile) mai altri tipi di documenti come compromessi, contratti preliminari, impegni a vendere e affini!
Bonus Prima Casa 2018: quanto si paga quando non se ne fruisce?
E per chi è tagliato fuori dall’esenzione del Bonus Prima Casa 2018?
È prevista la regolare tassazione, variabile secondo chi è il venditore, come di seguito schematizzato.
Il venditore è un’impresa
In questo caso la prima cosa da tenere in considerazione è l’aliquota IVA, applicabile per:
- vendita da parte del costruttore o dell’autore del ripristino di fabbricati entro 5 anni dalla fine dei lavori o anche dopo i 5 anni, se il venditore intende assoggettare la transazione al regime IVA;
- vendita di fabbricati destinati ad alloggi sociali, per cui l’impresa venditrice intende sottoporre la transazione al regime IVA.
L’aliquota IVA può essere:
- pari al 22% per le cessioni e gli atti di costituzione di diritti reali di abitazioni di categoria catastale A/1, A/8 o A/9;
- pari al 10% per le cessioni e gli atti di costituzione di diritti reali di abitazioni di categoria catastale diversa da A/1, A/8 e A/9;
- pari a zero in tutti i casi rientranti nel regime di esenzione ovvero quelli per i quali non è applicabile l’aliquota IVA di cui sopra.
Oltre alla tassazione IVA occorre pagare le seguenti imposte fisse, ciascuna dell’importo di 200 euro:
- imposta di registro;
- imposta ipotecaria;
- imposta catastale.
Il venditore è un privato
La compravendita immobiliare in questo caso non è gravata da IVA e occorre pagare solo:
- imposta di registro pari al 9% dell’importo complessivo e mai inferiore a 1000 euro;
- imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
- imposta catastale fissa di 50 euro.
Quanto fin qui illustrato trova adeguato appofondimento su questo specifico sito dell’Agenzia delle Entrate, ove si può scaricare, fra altri utili documenti, anche la Guida sull’agevolazione fiscale sulla prima casa.
Le agevolazioni fiscali previste per chi acquista la prima casa continuano ad essere molto appetibili e, se sommate ad altri meccanismi incentivanti, possono davvero costituire l’occasione della propria vita o, comunque, un ottimo investimento.
Ne abbiamo già parlato in questo articolo e siamo pronti a fornirvi approfondimenti e consulenze al riguardo.
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