Certificazione di Stabilità? Come evitare disgrazie simili a quella di Torre Annunziata: le proposte del Ministro Delrio e… dello Studio Mea
La grave tragedia di Torre Annunziata scuote nuovamente le coscienze di tutti noi.
Crolla “all’improvviso” (con modalità fragile, si potrebbe quasi pensare?) un edificio e perdono la vita tutte e otto persone che si trovano all’interno. La peggiore delle situazioni paventate da qualsiasi tecnico strutturista si avvera, eppure dovrebbe essere la meno probabile… Come mai succede?
Oltre alla partecipazione emotiva nel piangere le vittime innocenti, scatta immediata una domanda: si poteva evitare una simile sciagura?
Rimanendo nel campo delle ipotesi e rimandando alle considerazioni del caso dopo che si sarà appresa la causa ufficiale del collasso strutturale dell’edificio di Torre Annunziata, vogliamo lanciare un’idea, seguiteci e diteci cosa ne pensate.
La proposta del Ministro Delrio: rendere obbligatorio il Certificato di stabilità dell’edificio
Interpellato dai giornalisti a caldo subito dopo il crollo, il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha proposto di rendere obbligatoria la Certificazione di stabilità dell’edificio, strumento già previsto dal regime fiscale denominato Sisma bonus, di cui abbiamo già parlato, e per ora solo facoltativo.
In sostanza, Delrio vorrebbe predisporre per la stabilità statica di un’abitazione la stessa impalcatura legislativa già ampiamente collaudata della Certificazione Energetica.
È evidente che, finora, il Sisma bonus facoltativo non ha prodotto i risultati sperati, nonostante un sistema incentivante molto appetibile, che in certi casi permette di ottenere una detrazione fiscale dell’85% dell’intera spesa sostenuta dal proprietario di un immobile per migliorare la sicurezza statica della sua abitazione.
I dubbi e le critiche degli italiani alla proposta di rendere obbligatorio il Certificato di stabilità dell’edificio
Quando avvengono drammi come quelli di Torre Annunziata la cassa di risonanza mediatica amplifica tale criticità e chiede a gran voce una soluzione immediata, più emotiva che realmente efficace.
Ecco forse come giustificare la risposta del Ministro Delrio, che implicitamente auspica una subitanea rivoluzione culturale dei cittadini italiani proprietari di un immobile (sono decine di milioni), necessaria per digerire una nuova imposizione (o imposta?) su un bene immobiliare.
Effettivamente sono in molti a dubitare della bontà di una simile idea, paventando soprattutto la produzione di superflue scartoffie burocratiche, l’obbligo di sborsare ulteriori cifre oltre a quelle già previste per IMU, APE, e quant’altro gravi (o è percepito come un gravame) su una proprietà immobiliare.
Però le disgrazie dovute a carenze statiche degli edifici accadono e le vittime – purtroppo – si contano ogni mese (se non ogni settimana), quindi occorre effettivamente fare qualcosa, riuscendo a scalfire la diffidenza pregressa della popolazione… Ma cosa?
Noi avremmo un’idea, anzi due.
La proposta dello… Studio MEA: rendere obbligatorio il Certificato di stabilità dell’edificio, ma a determinate condizioni
A nostro personale parere la falla principale della proposta del Ministero delle Infrastrutture è nella tempistica. La sicurezza statica di un edificio e le prestazioni energetiche dello stesso sono contraddistinte da urgenze e contingenze completamente diverse. Se ha senso rimandare un APE a quando si deve affittare, vendere o comprare un immobile, questo non è assolutamente vero quando è in ballo la sicurezza di un edificio e, soprattutto, la vita di chi vi risiede!
Fatta salva l’urgenza della Certificazione di stabilità, vediamo un altro aspetto fondamentale: la contingenza.
Anche se, in effetti, realizzare tale certificato quanto meno negli atti di compravendita potrebbe senz’altro un’arma in più per iniziare a sensibilizzare gli Italiani sulla sicurezza dei fabbricati e valutarne eventuali interventi di messa in sicurezza, sarebbe altresì oggettivamente complicato rendere obbligatorio a tutti e ovunque il Certificato di stabilità e quest’ultimo, più che un vero salvagente, verrebbe considerato una seccatura impopolare.
Ecco allora cosa vorremmo proporre: la Certificazione di stabilità deve essere obbligatoria nei casi più a rischio, come ad esempio per gli edifici posti in zone ad alta sismicità, oppure prima di avviare importanti ristrutturazioni o ancora quando l’immobile presenti sofferenze strutturali significative.
Aggiungeremmo anche una seconda idea: caricare di maggiori responsabilità civili e penali il “Certificatore statico” competente, in questo caso senz’altro più oberato di un “semplice” Certificatore energetico.
Il plus alla sicurezza statica dell’edificio sarebbe dato in termini concreti poiché in via preliminare, quando se ne avverte un reale bisogno, si interpella un tecnico specialista, il quale sarebbe da subito indicato come principale responsabile di riferimento per tutto quel che concerne la diagnosi ed il destino futuro dell’edificio… Difficilmente costui cadrebbe nella tentazione di produrre superflue carte burocratiche!
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